La pioggia e lo stato d’animo

Esistono vari tipi di viaggi,quelli in auto, in treno, in autobus, in aereo che, a parer mio, sono tra i più belli. Quando andavo a scuola ero costretta ad avviarmi alla fermata dell’autobus che mi avrebbe portata a scuola ,in prima mattinata, verso le 7:00 circa e questo comportava, in pieno inverno, dover lasciare il mio pigiama, il cuscino e il mio piumone di piuma d’oca,il mio letto insomma. Di rado mi svegliavo di cattivo umore (e quando succedeva tutto andava storto finché, la sera, non chiudevo nuovamente gli occhi),ero sempre solare e allegra, me lo dicevano tutti! Avete presente quelle azioni “di routine” che svolgiamo senza rendercene conto? Ecco,uscire di casa, scambiare qualche chiacchiera con chi, come me,era in attesa dello stesso autobus,salirci su, mettersi a sedere( quando c’era posto), accendere l’ I-Pod e far partire una canzone in grado di sostituire il caffè, era ormai diventata un’unica azione, senza mai invertire l’ordine di tutte quelle piccole azioni che, sommate, ne fanno una univoca. Il viaggio, però, ero quello che mi piaceva di più; sceglievo, quasi sempre, il posto vicino al finestrino in modo tale da poter vedere più da vicino i meravigliosi colori della natura che si fondevano con il grigio dell’asfalto ormai consumato. Mi piaceva vedere il sole che, pian piano, raggiungeva il punto più alto ma, soprattutto, mi piaceva liberare la mia fantasia e inventare una favola sulle nuvole presenti in cielo. Ricordo che un giorno, mentre tornavo a casa dopo sei ore di lezioni, fissai due nuvole, una più grande e l’altra un po’ più piccola. Immaginai così il loro incontro; vedevo quella più grande dirigersi verso quella più piccola e questa diventava ancora più piccola perchè era emozionata all’idea di abbracciare l’altra. Ho sempre pensato che la pioggia nascesse dall’incontro di due nuvole innamorate e che fosse il risultato del loro amore, come per dire ” dopo tanto viaggiare ce l’abbiamo fatta”! Sorrisi. Ero l’unica persona che sorrideva in quel momento, il mio sorriso si contrastava con la tristezza impressa su tutti gli altri volti, non sapevo il motivo eppure iniziai ad immedesimarmi. Pensai che qualcuno poteva aver preso un voto insufficiente ad un’interrogazione o ad un compito in classe oppure che vi erano ragioni sentimentali dietro ogni mancato sorriso ma non pensai a lungo perché mi piace dialogare con la gente, mi piace sapere il motivo dei volti scuri, cupi e chiesi ad un ragazzo, il più triste fra tutti se vi fosse un modo per fargli tornare il sorriso sulle labbra e lui mi rispose dicendo: “Mi sai spiegare perché piove? “

Rimasi a pensare qualche istante, lui era convinto di avermi posto una domanda alla quale non avrei saputo rispondere ma ecco che la risposta arriva, dritta al cuore (affermò lui stesso) e dissi: ” Sì, te lo so spiegare e se preferisci ti faccio anche un disegnino”
” Addirittura un disegnino, ma così mi fai ridere. Spiegami perchè piove, dai”
” Sei mai stato innamorato?”, gli chiesi.
” Non lo so” – rispose- ” ma questa domanda non c’entra nulla con la domanda che ti ho posto io”
” Questo lo dici tu. Ascoltami bene “- gli dissi-” riesci ad immaginare un incontro tra te stesso e la ragazza che ti piace tanto?”
“Sì, si chiama Giada ed è bellissima. Ha gli occhi verdi e i capelli ricci e castani, di quei ricci che quando cammina e i suoi capelli ondeggiano, ondeggia anche il mio cuore” – rispose.
” Immagina che tu e lei siate due bolle di sapone e che, volando, vi perdete nel cielo…”- dissi.
” Ma perchè dovremmo perderci?” – mi chiese.
” Semplicemente per risponderti alla domanda dalla quale siamo partiti. Immagina di rivederla dopo tanto tempo e di provare…”
“A correrle incontro?” – mi interruppe.
” Esattamente, immagina questo”- risposi.
” Sicuramente verserei lacrime di gioia! Ritrovarla dopo tanto tempo sarebbe una delle vittorie più grandi, anche se non voglio che vada via”- affermò.
“Ora sostituisci te e lei, pseudo bolle di sapone, con due nuvolette e costruisci la stessa storia e poi dimmi….”- mi interruppe nuovamente.
” Non dirmi che quando piove è perché due nuvole s’incontrano dopo essersi perse” – rispose con un sorriso sulle labbra.
” Questo è quello che penso io, mi piace essere ottimista e voglio pensare che sia così. Anche io ero triste quando pioveva e ho trovato un mondo per essere felice sempre”- gli risposi.
” Grazie!”- rispose sorridendo- ” finalmente ora splende il sole”- finì.
Dopo qualche mese lo ritrovai per le vie della città passeggiando con la sua ragazza, Giada, e pioveva, pioveva molto ed era ormai sera. Mi riconobbe e mi disse: ” Sai, è da stamattina che non smette di piovere ma io non me ne accorgo perché è da qualche mese che, per me , non piove più e splende sempre il sole”.

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